GianlucaScerni.it

Non è una casualità se gli USA per gran parte delle sue mete cinematografiche sceglie Hong Kong per descrivere al meglio la parte dell’oriente più estremo. Hong Kong sembra quasi un quartiere cinese della grande mela nonostante il suo passato è molto più british di quanto si possa immaginare. Sarà forse per le strade tempestate di idoli del cinema americano con gli occhi a mandorla che ricorda appunto l’America o per l’onnipresente McDonald’s ma più passo il tempo in compagnia della mia macchina fotografica e più mi rendo conto di quanto l’oriente sia simile agli scenari visti sulle pellicole americane, vuoi per gli infiniti cartelli pubblicitari piazzati ovunque a dimostrazione di una globalizzazione in costante aumento o per il traffico, ad un tratto però tutto torna ad essere normale, tutto ci riporta a comprendere che il passato non può essere cancellato ed ecco che dalle acque spunta un simbolo che come una bussola ci riporta sul posto giusto.

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Ecco che tutto accade per magia, così, proprio come nelle migliori storie d’amore ci si ritrova ad avvertire quello stato emotivo che tutti chiamano “colpo di fulmine” Macao da questa impressione, come quando da bambini ci si ritrova ad ammirare un qualcosa che ci lascia stupiti e incantati. Si parte per l’Oriente immaginandolo in un modo ma ci si ritrova davanti ad una cultura molto più vicina di quanto si poteva immaginare, “l’Europa che amoreggia con l’Oriente” tradizioni europee immortalate nelle case e nei monumenti che fanno da contorno alla città.

Tradizione storica che si rincorre con la modernità e la si avverte passando dalla città vecchia a quella nuova, dove più che Macao sembra di stare nell’Europa di fine 800 dove di colpo si viene catapultati nei grandi grattacieli di ultima generazione, riempiti dal vizio del gioco proprio come nelle migliori tradizioni europee.

Vedere Macao è come vedere due innamorati rincorrersi, l’uno cerca l’altro, e io che cerco loro. Ma forse li ho trovati e fotografati.

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Tra terra e cielo è la sintesi del concetto espresso nel secondo album ed è il secondo viaggio del mio percorso fotografico. La concreta realtà espressa in ogni scatto descrive in modo sintetico la magnificenza del popolo asiatico che sono all’avanguardia nel conciliare arte, design ed elementi della natura, tra questi l’acqua.
La foto che fa da cornice alla mostra è l’insieme dell’uomo che incontra la natura immerso nella tecnologia.

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Questo album apre un percorso artistico culturale dove la fotografia diventa passo per passo un’analisi dettagliata della contemporaneità della cultura orientale, esso infatti non si limita ad essere un insieme di scatti bensì un insieme di dettagli catturati da un’unica motivazione “conoscenza”. Questo album è stato all’incipit di una mostra curata da me nel periodo di dicembre dove al suo interno sono stati proposti altri contenuti fotografici.

Per ogni album il sotto testo che si vuol lasciare intendere è quello di mostrare in modo veloce e quasi antropologico il vivere quotidiano di una cultura distante.

Note: “ASIA so far so fast” di e con Gianluca Scerni –  viaggio in Asia 2011 con Paolo Iannamico

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Alcuni scatti recenti della nostra bellissima capitale.

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